Un gioco sui moti di Stonewall

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I “moti di Stonewall” sono stati un momento cruciale per l’affermazione del movimento omosessuale moderno.

È dai moti di Stonewall, infatti, che nascono il Gay Pride e il motto “Gay Power”. Molte persone non sanno quali sono state le ragioni che hanno portato alla prima marcia dell’Orgoglio Gay o perché si festeggi in un certo modo e, generalmente, nel mese di giugno.

Molti ignorano che il Pride non è soltanto un momento di festa, ma anche di celebrazione per ricordare che il primo Pride è stata una rivolta. Per dirlo con le parole di Simone de Beauvoir: ogni oppressione crea uno stato di guerra.

È importante ricordare chi si è battut* per dire: “Basta con questi soprusi!” e lo ha fatto combattendo in prima linea per dare alle generazioni successive l’opportunità di essere libere dall’oppressione. Per permettere alle persone queer di vivere in libertà per quello che sono senza dover sottostare a compromessi e pregiudizi umilianti.

Non vanno dimenticati i protagonisti di questa vicenda, e li riportiamo qui con i nomi con i quali erano conosciuti all’epoca: transessuali, drag queen, travestiti, invertiti, lesbiche; molte di queste persone erano non-bianche, e molte erano adolescenti o poco più grandi che vivevano per strada, cacciati di casa e dimenticati dalla società. Gli ultimi tra gli ultimi della loro generazione, quelli che non avevano davvero più niente da perdere.

Il nostro mondo, inoltre, è ancora pieno di tante Stonewall di cui non sappiamo quasi nulla, perché fanno notizia solo di rado. Ci sono, ad oggi, poco più di settanta nazioni in cui essere omosessuale è ancora considerato un reato, con pene che vanno dalla detenzione, ai trattamenti sanitari obbligatori e fino anche alla morte. I pregiudizi, le difficoltà e i soprusi subiti da chi vive in quei paesi non sono così diversi, nella sostanza, da quelli inflitti negli anni Sessanta a gay, lesbiche, persone trans*, bisessuali, persone intersex e queer, seppure il contesto sociale e giuridico sia differente. Rievocare i fatti di Stonewall tramite un gioco di narrazione può servire anche per riflettere sulla vita di chi oggi si trova ancora in una condizione di oppressione, a causa della discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.