Stonewall 1969 – Una storia di guerra è un gioco di ruolo a sessione singola scritto da Stefano Burchi. Può essere giocato da gruppi di tre o quattro persone.

Durante la sessione, il gruppo gioca la vita di alcuni personaggi nei mesi che precedono i Moti di Stonewall. Le persone al tavolo scopriranno chi sono, chi amano, cosa sognano e quali sono le difficoltà, le oppressioni, i problemi e le scelte che i personaggi devono affrontare in una società che non ha posto per loro.

In un crescendo di tensione, il gioco guida il gruppo a scoprire cosa ha portato i personaggi alla rivolta e come questa rivolta li ha cambiati.

Dei Pride si dice che “La prima volta fu rivolta”. Questo gioco cerca di dare la sua prospettiva sul perché è importante ricordarlo sempre.

“La storia non è qualcosa a cui guardi al passato e dici che era inevitabile, accade perché le persone prendono decisioni che a volte sono impulsive e sul momento, ma quei momenti sono realtà cumulative”.  – Marsha P. Johnson

Il gioco consiste nel raccontare la storia dei personaggi principali scelti tra un cast di personaggi pregenerati. I personaggi sono i protagonisti della storia e i giocatori racconteranno le loro vite e come sono influenzati, nel bene e nel male, dagli eventi che portano ai Moti di Stonewall. Quegli eventi, e la rivolta che ne seguirà, lasceranno un segno permanente sui personaggi, che li porterà a scegliere cosa fare della loro vita da quel momento in poi.

Il cast dei personaggi è già definito: ogni persona al tavolo deciderà quale dei 14 personaggi. Ogni personaggio è rappresentato da un’immagine, una descrizione e alcune domande che definiscono le relazioni con gli altri che e guidano chi li gioca a esplorare i temi dei personaggi.

All’inizio del gioco, tutti i personaggi si presentano come malati, perché questo è ciò che la società patriarcale, la medicina, la religione e la legge vedono in loro e in ciò che rappresentano. Alla fine del gioco, durante l’epilogo, ogni persona al tavolo dovrà dichiarare se il suo personaggio:

  • è guarito, significa che il personaggio ha preso coscienza di cosa e chi è, e vivrà la sua vita lottando con orgoglio per affermare il suo diritto ad esistere e a decidere da solo del proprio destino;
  • sta guarendo, significa che ha preso coscienza di cosa e chi è. Non farà della lotta la sua ragione di vita, vivrà con discrezione, decidendo anche di scendere a compromessi, ma, di sicuro, non tornerà più come prima;
  • è malato, significa che gli eventi e le violenze lo hanno segnato troppo duramente o gli hanno confermato, con sofferenze insopportabili, che l’unico modo per sopravvivere è quello di omologarsi al resto della società, per quanto alto sia il prezzo da pagare.

 

Schede dei Personaggi

La storia si svolge attraverso un prologo, cinque atti e un epilogo.

Il prologo e il primo atto introducono i personaggi, il contesto storico, sociale ed economico e stabiliscono una situazione che sarà messa in discussione nel corso del gioco.

Carte Storia e Carte Ambientazione

Il secondo e il terzo atto sono il cuore pulsante del gioco: è durante queste fasi che i personaggi emergono e chi li gioca esplora in profondità i loro conflitti.

Carte Spunto

Il quarto atto mette in scena il momento della rivolta: è uno snodo violento, dove la tensione accumulata negli atti due e tre si scioglie improvvisamente. Le persone al tavolo ora sanno come e perché i personaggi sono arrivati a questo punto.

Planimetria dello Stonewall Inn

Il quinto atto e l’epilogo mettono in gioco le conseguenze dei conflitti giocati nel gioco e come la vita dei personaggi è cambiata dopo gli eventi che hanno portato ai Moti di Stonewall.

Plancia di Gioco

I temi che emergono durante il gioco sono diversi e non si concentrano solo sull’esperienza queer dei protagonisti. I personaggi interpretati sono vari e diversificati per orientamento sessuale, identità di genere, classe sociale e colore della pelle. Ogni personaggio affronta la discriminazione e le difficoltà di essere considerato malato e criminale in modo diverso, in un momento storico in cui il pregiudizio era sostenuto dalla legge, dalla morale e dalla medicina. Ogni personaggio affronta il rapporto con la società e la discriminazione in modo diverso e con livelli diversi, perché essere gay, bianco e borghese non era (e non è) la stessa cosa che essere lesbica, nera e senza fissa dimora. Il concetto di intersezione della discriminazione è presente in tutti i personaggi del cast del gioco e ha un peso nelle relazioni che li legano.

Regolamento e Guida al Gioco

Un altro tema emergente è l’uso del linguaggio e la sua importanza nel costruire modelli e parole che facilitino l’autodeterminazione. Negli anni ’60 il gergo e le parole usate per identificare le persone queer avevano significati diversi, più ampi e più significativi di quelli che abbiamo oggi. Ora abbiamo parole con significati precisi, la riappropriazione di insulti e la creazione di un nuovo vocabolario che ha ampliato la consapevolezza dell’esperienza LGBITQ+.

Con l’evoluzione del linguaggio degli ultimi tempi è stato possibile costruire nuovi modelli e forgiare nuove identità in cui le persone LGBITQ+ potessero riconoscersi. Ai tempi in cui il gioco è ambientato, essere “gay” aveva un significato che non coincideva con quello moderno. La riflessione sul potere e sul peso delle parole (o sulla mancanza di parole, quindi di concetti e idee per potersi definire) è evidente in particolare con quei personaggi che più di altri sono gender queer, non-binary o che vivono un’identità transgender.

“Tutte le oppressioni creano uno stato di guerra”

Simone De Beauvoir

Nel 1969 gli atti omosessuali erano illegali in tutti gli Stati Uniti d’America a eccezione dell’Illinois

Le leggi che si occupavano dei crimini sessuali, tra cui l’omosessualità, raggiunsero, nel corso degli anni Sessanta, una severità draconiana. Quell’estate la polizia del New York Police Department fece un’incursione nello Stonewall Inn, un bar gay molto popolare nel Greenwich Village di New York. Non era la prima volta: gli avventori del locale erano abituati a sopportare ogni genere di sopruso dentro e fuori lo Stonewall Inn, perché gli omosessuali erano considerati malati, criminali e peccatori e, in quanto tali, erano condannati contemporaneamente dalla società, dalla legge e dalla religione.

Quella notte, la rabbia e la frustrazione degli ospiti del locale esplosero con una furia inaspettata, cogliendo i poliziotti totalmente impreparati. Gli avventori dello Stonewall Inn e altre persone che si erano unite alla rivolta, attirate da quel che stava accadendo, risposero ai soprusi e alla violenza con altra violenza, respingendo la polizia. Gli scontri durarono per giorni.

Da quella rivolta nacque il movimento di liberazione omosessuale nella sua incarnazione moderna, che ha portato a una lotta costante contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e al riconoscimento dei diritti civili.

Purtroppo ci sono poche fotografie e pochi documenti che testimoniano direttamente gli avvenimenti di quella notte e delle persone gay, lesbiche e transgender che furono coinvolte. Di molte di loro si è persa la memoria pubblica e culturale con il passare dei decenni. In questo gioco i partecipanti esplorano la storia, le difficoltà e le scelte di quelle persone.

Questo progetto è pensato per fornire un’esperienza di gioco completa. I nostri pledge sono semplicemente divisi tra una versione stampata, la nostra scatola, e una versione digitale ottimizzata per la stampa e il gioco.

Nessuna edizione limitata, nessun add-on necessario per giocare.

Il gioco contiene tutto il necessario e l’essenziale per interpretare le vite di persone possibili durante i Moti di Stonewall e scoprire come cambieranno dopo di essi.

E per giocare online come faccio?

Abbiamo pensato anche a questo.
Collaboreremo con Chaos League, un meraviglioso collettivo di designer e larpwriter attivo dal 1992, che ci aiuterà a sviluppare la versione ottimizzata per il gioco online di Stonewall 1969.
Questa versione sarà inclusa con entrambi i livelli di ricompensa.

“moti di Stonewall” sono stati un momento cruciale per l’affermazione del movimento omosessuale moderno.

È dai moti di Stonewall, infatti, che nascono il Gay Pride e il motto “Gay Power”. Molte persone non sanno quali sono state le ragioni che hanno portato alla prima marcia dell’Orgoglio Gay o perché si festeggi in un certo modo e, generalmente, nel mese di giugno.

Molti ignorano che il Pride non è soltanto un momento di festa, ma anche di celebrazione per ricordare che il primo Pride è stata una rivolta. Per dirlo con le parole di Simone de Beauvoirogni oppressione crea uno stato di guerra.

È importante ricordare chi si è battut* per dire: “Basta con questi soprusi!” e lo ha fatto combattendo in prima linea per dare alle generazioni successive l’opportunità di essere libere dall’oppressione. Per permettere alle persone queer di vivere in libertà per quello che sono senza dover sottostare a compromessi e pregiudizi umilianti.

Non vanno dimenticati i protagonisti di questa vicenda, e li riportiamo qui con i nomi con i quali erano conosciuti all’epoca: transessuali, drag queen, travestiti, invertiti, lesbiche; molte di queste persone erano non-bianche, e molte erano adolescenti o poco più grandi che vivevano per strada, cacciati di casa e dimenticati dalla società. Gli ultimi tra gli ultimi della loro generazione, quelli che non avevano davvero più niente da perdere.

Il nostro mondo, inoltre, è ancora pieno di tante Stonewall di cui non sappiamo quasi nulla, perché fanno notizia solo di rado. Ci sono, ad oggi, poco più di settanta nazioni in cui essere omosessuale è ancora considerato un reato, con pene che vanno dalla detenzione, ai trattamenti sanitari obbligatori e fino anche alla morte. I pregiudizi, le difficoltà e i soprusi subiti da chi vive in quei paesi non sono così diversi, nella sostanza, da quelli inflitti negli anni Sessanta a gay, lesbiche, persone trans*, bisessuali, persone intersex e queer, seppure il contesto sociale e giuridico sia differente. Rievocare i fatti di Stonewall tramite un gioco di narrazione può servire anche per riflettere sulla vita di chi oggi si trova ancora in una condizione di oppressione, a causa della discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

 



RISCHI E SFIDE

“Non ti abbandonerò”

Questa frase è uno dei pilastri del sistema di sicurezza per giocare a Stonewall 1969 e il nostro motto per questo progetto.

Il gioco esiste già, è stato playtestato per quattro anni, è stato giocato in molte associazioni, eventi e gruppi di gioco in Italia.

Il gioco ha bisogno di editing, sensitivity reading, impaginazione e più illustrazioni di quelli già presenti.

E il gioco vorrebbe anche prendere una forma fisica migliore, una versione stampata di tutto il lavoro di Stefano.

Il gioco sarà consegnato alla fine del 2022.



UNA PRODUZIONE FUORI DAGLI SCHEMI DEL MERCATO

Stiamo cercando di produrre quanto più possibile fuori dagli schemi del mercato capitalista, rispettando i diritti dei lavoratori, pagando giusti salari e stampando tutto il materiale in Italia solo in fabbriche dove i lavoratori e lavoratrici sono pagat* e rispettat*.